Incendi a Los Angeles: cosa possiamo imparare?
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana, ma una realtà che ci colpisce direttamente.
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Eventi meteorologici estremi – incendi, uragani, alluvioni – sono diventati più frequenti e devastanti. Secondo il National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), solo nel 2023 gli Stati Uniti hanno subito 28 disastri naturali con danni superiori al miliardo di dollari ciascuno, per un costo totale di oltre 92 miliardi di dollari.
Gli incendi che hanno recentemente colpito Los Angeles ne sono l’ennesima dimostrazione: le prime stime indicano danni fino a 30 miliardi di dollari (Goldman Sachs, Wells Fargo).
Eppure, molte persone si sono ritrovate senza alcun aiuto, perché la loro polizza assicurativa non copriva gli eventi meteorologici o perché le compagnie hanno rifiutato il rinnovo.
Problema spinoso
Secondo un’indagine di GlobalData, il 20,5% degli americani si è visto negare il rinnovo dell’assicurazione casa, mentre il 19,3% non ha nemmeno potuto sottoscriverne una nuova.
Numeri preoccupanti, se pensiamo che la media globale è del 13,3%. Chi invece riesce ancora ad assicurarsi, si trova di fronte a premi che schizzano alle stelle.
In Florida, ad esempio, i costi delle polizze per le case sono aumentati del 42% solo nell’ultimo anno.
“Il cambiamento climatico è il rischio finanziario più grande che il nostro mondo abbia mai affrontato” – Mark Carney, ex governatore della Banca d’Inghilterra.
E qui nasce una domanda importante: è giusto che siano solo i cittadini a pagare il conto? Le compagnie assicurative sostengono che il rischio sia aumentato troppo e che, per evitare il fallimento, sono costrette ad alzare i premi o a smettere di assicurare certe aree.
Ma è corretto che chi vive in zone ad alto rischio venga escluso dalla possibilità di proteggere la propria casa?
Cosa si sta facendo?
Alcuni governi stanno già intervenendo. Il Regno Unito, ad esempio, ha introdotto il sistema FloodRe, che aiuta le compagnie assicurative a coprire le case in zone a rischio inondazione, rendendo le polizze più accessibili.
Negli Stati Uniti, invece, esistono solo alcuni programmi statali con fondi limitati.
Il tema è etico prima ancora che economico: le assicurazioni possono davvero tirarsi indietro di fronte a una crisi globale? E lo Stato deve intervenire o lasciare che il mercato faccia il suo corso, con il rischio di creare migliaia di “sfollati assicurativi”?

Cosa possiamo imparare da questa esperienza?
Da tutto questo possiamo imparare che dobbiamo difenderci e difendere la nostra famiglia e patrimonio da questi disastri. Ma dobbiamo parlare con il nostro agente assicurativo per capire quali sono le coperture, le franchigie, i premi ecc.
Meglio prevenire che curare, no?
Tu cosa ne pensi? Le compagnie hanno ragione a proteggere i loro bilanci, o dovrebbero essere obbligate a offrire una copertura anche in caso di eventi climatici estremi?